USO DEI PROBIOTICI IN COSMESI

 
L’utilizzo dei probiotici spesso è associato al riequilibrio della flora batterica intestinale, in quanto raggiungendo vivi l’intestino contrastano la proliferazione di batteri dannosi, ottimizzando l’attività del colon e contribuiscono all’assimilazione dei componenti alimentari indigeribili nella nostra dieta.

Una recente applicazione prevede l’utilizzo dei probiotici per la cura della pelle, grazie soprattutto alla capacità di influenzare il microbioma cutaneo.
Dal punto di vista microbiologico, infatti, la pelle presenta una vasta popolazione batterica e di lieviti che, in condizioni fisiologiche, vive in equilibrio con l’ospite; nel momento in cui si verifica uno squilibrio microbico, la pelle risulta compromessa e si riscontrano molti problemi della cute tra cui psoriasi, dermatite e acne.
PROBIOTCI E ACNE
L’utilizzo di probiotici rappresenta una valida alternativa agli antibiotici nel trattamento dell’acne.
I probiotici modificano diversi fattori della fisiopatologia dello sviluppo dell’acne come la produzione di proteine antibatteriche che sono in grado di inibire il P. acnes.
Tra quelli più specifici troviamo:
- Lactobacillum plantarum: in grado di ridurre l’eritema e le dimensioni delle lesioni dell’acne tramite un’azione di inibizione della degradazione del collagene e infine migliorando la barriera cutanea promuovendo un innalzamento del contenuto idrico.
- Enterococcus faecalis: focalizza il suo meccanismo d’azione nell’inibizione dell’attività del P. acnes.
- Stafilococcus salivarius: agisce come immunomodulatore, in particolare inibisce la produzione di citochine pro- infiammatorie IL-8, di cheratinociti e cellule epiteliali.
È importante sottolineare che gli effetti dei probiotici possono raggiungere valenza sistemica quando vengono assunti per via orale, riducendo quindi l’infiammazione sistemica.
PROBIOTICI E INVECCHIAMENTO CUTANEO
L’invecchiamento cutaneo si verifica a causa di fattori intrinseci quali fattori ormonali o corredo genetico, e anche da fattori estrinseci, cioè dipendenti dall’ambiente estero come l’inquinamento, i raggi UV, traumi, fumo di sigaretta.
Normalmente, la pelle ha un valore di pH tra 4,2-5,6 che aiuta nella regolazione dell’attività enzimatica e nella prevenzione della colonizzazione batterica patogena; a livello molecolare, l’alterazione dovuta all’invecchiamento cutaneo comporta l’aumento del pH, maggiore attività delle metalloproteinasi e conseguente riduzione della capacità di eliminare le specie reattive dell’ossigeno.
Recenti studi hanno concentrato la loro attenzione sull’utilizzo dei probiotici, suggerendo che l’utilizzo di questi microrganismi possa rappresentare un efficace trattamento contro l’invecchiamento.
Il metabolismo probiotico, infatti, determina la produzione di acido lattico e acido acetico con riduzione del pH luminale creando un ambiente sfavorevole per i patogeni.
Un’altra causa dell’invecchiamento cutaneo è l’esposizione ai raggi UV; il photo-aging infatti si verifica con la comparsa di ipercromie solari, fragilità cutanea e comparsa di rughe.
Recenti studi hanno dimostrato che diversi microrganismi sono in grado di produrre metaboliti antiossidanti, capaci di contrastare il photo-aging indotto dalla produzione di ROS che si verifica in seguito all’esposizione solare.
 
 

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