Intera popolazione italiana è esposta ai residui di plastica
Tutta la popolazione italiana è esposta a ftalati e bisfenolo A, sostanze derivate dalle plastiche che possono interferire con alcuni processi dell'organismo. Lo ha dimostrato uno studio dell'Istituto Superiore di Sanità i cui risultati preliminari sono stati pubblicati sulla newsletter dell'Iss.
Lo studio di biomonitoraggio chiamato Life Persuaded ha evidenziato che praticamente tutti i bambini e le loro madri sono esposti a Ftalati (100% dei reclutati) e a Bisfenolo A (77% dei reclutati). La ricerca ha misurato i livelli di Ftalati e BPA nelle urine di 900 coppie madre-figlio del Nord, Centro e Sud Italia divise in zone urbane e rurali, in bambini e adolescenti di età compresa tra i 4 e i 14 anni. L'esposizione è diversa a seconda del luogo di abitazione: è maggiore al Sud per gli Ftalati sia per le madri sia per i figli. L'esposizione a BPA, invece, è maggiore al Nord nelle madri mentre per i figli è paragonabile nelle tre aree. Per entrambi, inoltre, l'esposizione a BPA è maggiore nelle aree urbane rispetto a quelle rurali. «Si tratta di sostanze chimiche non persistenti e facilmente metabolizzate dall'organismo - rassicura Cinzia La Rocca del Centro di Riferimento Medicina di Genere dell'Iss - ma è consigliato ridurre l'esposizione». (ANSA)
Lo studio di biomonitoraggio chiamato Life Persuaded ha evidenziato che praticamente tutti i bambini e le loro madri sono esposti a Ftalati (100% dei reclutati) e a Bisfenolo A (77% dei reclutati). La ricerca ha misurato i livelli di Ftalati e BPA nelle urine di 900 coppie madre-figlio del Nord, Centro e Sud Italia divise in zone urbane e rurali, in bambini e adolescenti di età compresa tra i 4 e i 14 anni. L'esposizione è diversa a seconda del luogo di abitazione: è maggiore al Sud per gli Ftalati sia per le madri sia per i figli. L'esposizione a BPA, invece, è maggiore al Nord nelle madri mentre per i figli è paragonabile nelle tre aree. Per entrambi, inoltre, l'esposizione a BPA è maggiore nelle aree urbane rispetto a quelle rurali. «Si tratta di sostanze chimiche non persistenti e facilmente metabolizzate dall'organismo - rassicura Cinzia La Rocca del Centro di Riferimento Medicina di Genere dell'Iss - ma è consigliato ridurre l'esposizione». (ANSA)