Celiachia, un virus sospettato di innescare la malattia in soggetti predisposti

 
A dimostrarlo sono i risultati di un progetto di ricerca finanziato dalla Fondazione dell'Associazione italiana celiachia (AIC), presentato al 7° Convegno nazionale su “La biopsia intestinale nella diagnosi e nel follow-up della malattia celiaca” di Roma.   Virus che, insieme a specifici “pezzetti” di glutine, potenzierebbero la risposta immunitaria innata dell'organismo contro le infezioni virali provocando un'infiammazione locale e innescando una reazione autoimmune fino alla comparsa della malattia celiaca.
Numerosi studi epidemiologici e genetici indicano infatti che altri fattori ambientali oltre al glutine, in primo luogo i virus, potrebbero essere in grado di innescare la celiachia in individui geneticamente suscettibili».
I ricercatori, nell'arco dei 3 anni del progetto, hanno anche verificato che il peptide della gliadina P31-43, contenuto nel glutine e resistente alla digestione intestinale, attiva l'immunità innata così come le proteine dei virus, che possono così agire sinergicamente. I dati  indicano come le proteine presenti nel glutine, insieme a quelle virali, possano simulare e potenziare la risposta immunitaria innata ai virus, contribuendo ad innescare la celiachia in soggetti geneticamente predisposti.
«I progetti approvati e finanziati dall’AIC, – sottolinea Ivana Losa, presidente della Fondazione Celiachia – che con il suo sostegno promuove la miglior ricerca scientifica italiana sulla celiachia, ad oggi hanno portato a un totale di 27 pubblicazioni su riviste scientifiche internazionali».
 

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